16/06/13

Palliativi

Vagamente depressa perchè colui che non sa usare i congiuntivi sa invece coniugare i tempi al condizionale - con un netto rivolgimento di priorità, aggiungerei -, mi sono lanciata alla ricerca forsennata-e-vagamente-disperata di palliativi: 

- prendersela con FS perchè l'idea di parlare al VF è stata sua

- vedere tutte le puntate di tutti i CSI mai mandati in onda, spin-off compresi

- diventare una aficionada del canale YouTube e del sito di Joy of Baking, benedetta sempre sia Stephanie e la possibilità di estrinsecare il bisogno di calorie senza lanciarsi sul barattolo della Nutella

- cercare il senso della vita nella Divina Commedia; tipo, il giudice Nino Visconti che dice a Dante "[...]quanto in femmina foco d'amor dura/ se l'occhio o'l tatto spesso non l'accende" mi ha ricordato che: a) ho fatto bene a far diventare tale il mio ex e b) canottiera batte condizionale 1 a 0

- scandagliare il web alla ricerca di maschere home-made, scrub home-made, manicure home-made, ovvero come dedicare del tempo a me stessa ma in versione low cost, che di questi tempi ci manca solo che fondo la carta di credito per colpa di un troglodita qualsiasi

- ariscandagliare il web perchè ho voglia di doughnuts, e quando il doughnuts chiama è imperativo rispondere; che poi potrebbe nascere tutta una discussione sul gap tra Milano e il PaeselloBucolico, visto che là trovi tutto quello che desideri e pure quello che non desideri, e qua pure Baloo, a cui notoriamente basta lo stretto indispensabile , avrebbe serie difficoltà ad accontentarsi

- cercare nuovi giochi con cui sollazzare Puck, che prevedano necessariamente il suo lancio nell'aria e possibilmente qualche triplo salto mortale, perchè se non si rischia il cazziatone di FS e il suo veto assoluto non ci si diverte

- allenarsi a fare le bolle di sapone più grandi e indistruttibili mai fatte prima con una dotazione di base, con la scusa che a Puck piacciono tanto - il fatto che alla zia piacciano anche di più non c'entra niente, ovvio -


Alla fine, direi che va quasi bene così.


12/06/13

Ci vuole coraggio

VicinoFigo: "Buonasera" (detto con voce calda e profonda)
LaGiuditta: "Ciao" (sì, assomigliava più a un miao che a un ciao, ma alla fine si tratta solo di una consonante, e chi se ne frega di una consonante)
VF: "Oggi ci siamo incontrati proprio un sacco di volte" (detto con la voce calda e profonda di cui sopra)
LG: "Eh sì. (lo so, e sono state tutte queste volte in cui ci siamo incontrati realmentecasualmente a convincermi che sia un segno del destino. E anche il sole. E il fatto che stamani non sei andato a lavoro e avevi quella camicia bianca con cui eri ancora più figo. E che FS non è venuta e ci siamo visti anche senza la complicità di Puck-che-è-sempre-un'-ottima-scusa. Insomma, il destino mi chiama, e devo rispondere. Va bene, più che chiamarmi mi pare che il destino mi stia tirando per i capelli. Almeno spero. Non sono mai stata brava a capire cosa dicesse il destino. Ma, questa volta, o la va o la spacca)."
VF: "..."
LG: "Senti, ti andrebbe una pizza una sera?"
VF: "Ah. Beh. Boh."
LG: "Ah."
VF: "Non lo so."
LG: "Ah. Ehm. (Ho lasciato il gatto sul fuoco, scusa, devo andare.)
VF: "Può darsi."

Del resto, dall'uomo che se ne era già uscito con la perla del "ma per pescare bisogna uscire", cosa potevo aspettarmi?